Viaggio on the road: proiezioni di libertà
sulla scia delle STAR Rock, la vita diventa un film
Il viaggio non ha bisogno di scuse o giustificazioni… affascina anche se la meta è conosciuta, perché l’ignoto è sempre lì, pronto a sorprenderti… ha voce calda e suadente, ammaliante e conturbante, come una sirena tentatrice!
Ascolto le parole e i suoni vibranti di un viaggio-concerto ispirato al ’68, chiudo gli occhi e inizio un gran bel film:
rivedere la produzione, l’esecuzione, gli errori, il backstage e la messa in scena di ogni film che ha lasciato una traccia indelebile nella cultura mondiale è uno sballo.
Posso vedere gli attori e parlare con loro, rivivere le scene… provate e riprovate, tagliate e poi montate, dei grandi cult di quegli anni e riempio la mia pancia affamata di cultura cinefila, “metropolitana e non” di quel periodo:
da “2001 odissea nello spazio” al “pianeta delle scimmie”… da “fragole e sangue” a “Rosemary’s baby”, passando attraverso gli spaghetti western di “c’era una volta il west”.
Ma la mia voglia di saperne di più mi fa incontrare “il laureato” e i protagonisti di “Easy rider”: in-sperato viaggio coast to coast nell’America di quegli anni.
Il desiderio, espresso in modalità diverse, di libertà, evasione e rifiuto della logica da “middle class” sembra avere esiti differenti…
la domanda, in realtà, è una soltanto per ogni singolo protagonista: La paura negli occhi dei novelli amanti, che partono per chissà dove e quella vissuta dai centauri durante il viaggio… è la stessa???
È l’ignoto affrontato a spaventare, non sapendo cosa offra il futuro o sapendo benissimo che può portare addirittura al prezzo della morte, o è consapevole paura che ogni tentativo di combattere il luogo comune, il pensiero dominante, prima o poi porti a soccombere???
Il silenzio degli attori è stato imbarazzante… dopo una smorfia e un ghigno, dietro i suoi inconfondibili occhiali azzurri, al suono di “born to be wild”, Peter Fonda mi fa: «aspetta… i prossimi anni risponderanno al tuo interrogativo… io, il viaggio, lo rifarei sempre (!) come, dopo di me, lo faranno molti compagni di libertà: ricordati e non dimenticare mai una certa Thelma e una tale Louise».
Viaggio on the road: proiezioni di libertà
sulla scia delle STAR Rock, la vita diventa un film
Il viaggio non ha bisogno di scuse o giustificazioni… affascina anche se la meta è conosciuta, perché l’ignoto è sempre lì, pronto a sorprenderti… ha voce calda e suadente, ammaliante e conturbante, come una sirena tentatrice!
Ascolto le parole e i suoni vibranti di un viaggio-concerto ispirato al ’68, chiudo gli occhi e inizio un gran bel film:
rivedere la produzione, l’esecuzione, gli errori, il backstage e la messa in scena di ogni film che ha lasciato una traccia indelebile nella cultura mondiale è uno sballo.
Posso vedere gli attori e parlare con loro, rivivere le scene… provate e riprovate, tagliate e poi montate, dei grandi cult di quegli anni e riempio la mia pancia affamata di cultura cinefila, “metropolitana e non” di quel periodo:
da “2001 odissea nello spazio” al “pianeta delle scimmie”… da “fragole e sangue” a “Rosemary’s baby”, passando attraverso gli spaghetti western di “c’era una volta il west”.
Ma la mia voglia di saperne di più mi fa incontrare “il laureato” e i protagonisti di “Easy rider”: in-sperato viaggio coast to coast nell’America di quegli anni.
Il desiderio, espresso in modalità diverse, di libertà, evasione e rifiuto della logica da “middle class” sembra avere esiti differenti…
la domanda, in realtà, è una soltanto per ogni singolo protagonista: La paura negli occhi dei novelli amanti, che partono per chissà dove e quella vissuta dai centauri durante il viaggio… è la stessa???
È l’ignoto affrontato a spaventare, non sapendo cosa offra il futuro o sapendo benissimo che può portare addirittura al prezzo della morte, o è consapevole paura che ogni tentativo di combattere il luogo comune, il pensiero dominante, prima o poi porti a soccombere???
Il silenzio degli attori è stato imbarazzante… dopo una smorfia e un ghigno, dietro i suoi inconfondibili occhiali azzurri, al suono di “born to be wild”, Peter Fonda mi fa: «aspetta… i prossimi anni risponderanno al tuo interrogativo… io, il viaggio, lo rifarei sempre (!) come, dopo di me, lo faranno molti compagni di libertà: ricordati e non dimenticare mai una certa Thelma e una tale Louise».