"Dicembre"di  Rapha'ēl


Dicembre?
Ho uno strano rapporto con questo mese.
Osservo le lucine dietro le finestre,
uno strano gioco di luci
per chi resta lì ad aspettare.
Come se avesse ancora sei anni
e gli occhi bagnati di ingenuità.
Forse,
nessuno racconta che
dicembre è il mese delle assenze.
Dei sogni che non si sono realizzati.
Delle sedie vuote a tavola.
Dei sorrisi negati
e di quelli ricevuti per galanteria.
Nessuno racconta che
siamo lì,
riversati nella piazze
a dirci quanto stiamo bene.
A sorseggiare l’ ultimo drink
solo per sembrare più eroici.
E fingere di essere meno soli.
In fondo a dicembre
non gliela diciamo la verità:
quella misteriosa forza
che dovrebbe nascere dentro di noi,
la cerchiamo sempre fuori.
O ce la prendiamo
con “il primo dell’anno”.
Ma nessuno dice che
per essere tutto nuovo,
bisogna cacciare
quel che di vecchio vive in noi.

Sarà dicembre per me,
quando accetterò l’inverno
nella mia primavera.

— Rapha’ēl

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