Vita spericolata... Vivere!
Vivere in tensione perenne verso il superamento della propria realtà amaremente avvertita così come descritta, sussurrata, urlata da quella stupenda poesia-in-musica, ancora nell’aria, presente nella mente e nel cuore!
Vivere: vero inno, tutto vaschiano, beninteso, alla vita da intendersi come vicenda continua di responsabile oltrepassamento del ciclico ri-conoscersi tra noia e sofferenza.
Ex-sistere, ossia, esistere non passivamente, ma uscir fuori, venir fuori e mostrarsi per ciò che si è davvero.
Vivere… e pensare che domani sarà sempre meglio!
Vita spericolata... Vivere!
Vivere in tensione perenne verso il superamento della propria realtà amaremente avvertita così come descritta, sussurrata, urlata da quella stupenda poesia-in-musica, ancora nell’aria, presente nella mente e nel cuore!
Vivere: vero inno, tutto vaschiano, beninteso, alla vita da intendersi come vicenda continua di responsabile oltrepassamento del ciclico ri-conoscersi tra noia e sofferenza.
Ex-sistere, ossia, esistere non passivamente, ma uscir fuori, venir fuori e mostrarsi per ciò che si è davvero.
Michele Caporale è l’autore del libro “D’io Vasconvolto”.
D’io vasconvolto è il libro con cui tenta un approccio del tutto originale alla produzione artistica di Vasco, per tracciare, attraverso l’esaltante e suggestivo racconto dei momenti epifanici di un viaggio-concerto, vera e propria metafora della vita, un percorso di carattere filosofico-esistenziale, attingendo al senso più profondo e vitale delle parole del cantante.
Questo libro non è una biografia, non è una raccolta di canzoni e non è il “diario” di un fan vasco-sconvolto.
Questo libro ha una sola chiave di lettura: la libertà. La libertà di essere se stessi, vivendo senza condizionamenti, senza costrizioni, senza idolatrie e, forse, perfino senza alibi. Libertà di vivere la vita con la spontaneità dello “s-concerto”.
«Il concerto è approdo sicuro, radura aperta, cerchio luminoso, è l’idea della vita che accoglie e disperde, sorprende e ri-prende».
Articolo di Michele Caporale, autore del libro “D’io Vasconvolto”.
Ciao!
Mi è piaciuto un sacco questo post!
La voce dell’ audio è ad dir poco sublime!
Vivere?
Ahimè, mestiere difficile.
Riconoscer-si tra la folla che passa, mentre distratta attendi la sentinella.
O quando, incimpi perché pioveva a dirotto e volevi tornare a casa, ma la pioggia faceva compagnia alle tue lacrime.
O quando, “maledetta me”, avrei dovuto prendere quel treno!
Ci sono attimi che fuggono ed altri che restano lì per sempre.
Come l’ istantanea percezione di una felicità assoluta.
E non resta in noi, quel sentimento di ricerca delle copie.
Ma la Vita, scorre.
E non ti chiede: “Si, fermi un attimo!”
Allora sta a noi,
fermar-si, aspettar-si e ritrovar-si.
L’ unico treno perso,
è quello con noi Stessi.
❤️
La maniera più efficace e, certamente, la più pertinente per rispondere è quella di farlo citando dallo stesso libro D’io Vasconvolto:
“Sopravvivere per Sopra-Vivere… nell’iperbolico duplice sforzo di resistere ai richiami dell’abisso interiore e di superarsi; di procedere, in altri termini, fuori dai percorsi obbligati e necessari all’esistenza comunemente intesa.”