"Siamo solo noi" è Siamo solo noi


Che posso dire, “siamo solo noi” è siamo solo noi!

Non sono mai stupito… di stupirmi per le mille sfumature che ogni colpo di basso sferra al mio animo smanioso di “cantarla” con Vasco; è stupefacente, è sintesi, perfetta e provocatoria, del percepirsi e dell’essere percepiti dagli altri. E poi i rischi, gravanti sulle spalle di coloro che “non hanno vita regolare”, mi conducono alla presenza di impensate risorse possedute dagli “sconvolti”, i quali assumono proprio l’incognita e la maledizione del rischio per sfuggire alla sofferta noia e per infrangere i limiti del proprio apparire. È evidente, quindi, che l’essere fraintesi – giudicati, esclusi, emarginati – diventa, per gli “sconvolti”, solo un altro motivo per andare oltre la chiusa banalità di un’esistenza in-autentica che viene accettata come antinomico paradigma di una “insoddisfazione appagante”.

Magari M è davvero uno di quegli sconvolti che, sempre, hanno “rubato” alla vita soltanto ciò che la stessa ha loro precluso, e lo hanno fatto brancolando nel buio, come “ladri” che nascondono brandelli di speranze dissonanti rispetto a una realtà sclerotica.

E vuol dar fiato, M, fino all’ultimo alito, alla sua orgogliosa rivendicazione di appartenenza a quel “noi” urlato milioni di volte.
M è proprio così: strafottente, incurante delle risate beffarde e dei tentativi di corrosione della sua dignità, incurante della sordida
“sordità” di quell’estrema, squallida ignoranza che, proprio per questo, non riesce ad ascoltare… nemmeno quel canto!

Meglio così, altrimenti non saremmo “solo noi”… Soli noi!

"Siamo solo noi" è Siamo solo noi!


Che posso dire, “siamo solo noi” è “siamo solo noi“!

Non sono mai stupito… di stupirmi per le mille sfumature che ogni colpo di basso sferra al mio animo smanioso di “cantarla” con Vasco; è stupefacente, è sintesi, perfetta e provocatoria, del percepirsi e dell’essere percepiti dagli altri. E poi i rischi, gravanti sulle spalle di coloro che “non hanno vita regolare”, mi conducono alla presenza di impensate risorse possedute dagli “sconvolti”, i quali assumono proprio l’incognita e la maledizione del rischio per sfuggire alla sofferta noia e per infrangere i limiti del proprio apparire. È evidente, quindi, che l’essere fraintesi – giudicati, esclusi, emarginati – diventa, per gli “sconvolti”, solo un altro motivo per andare oltre la chiusa banalità di un’esistenza in-autentica che viene accettata come antinomico paradigma di una “insoddisfazione appagante”.

Magari M è davvero uno di quegli sconvolti che, sempre, hanno “rubato” alla vita soltanto ciò che la stessa ha loro precluso, e lo hanno fatto brancolando nel buio, come “ladri” che nascondono brandelli di speranze dissonanti rispetto a una realtà sclerotica.

E vuol dar fiato, M, fino all’ultimo alito, alla sua orgogliosa rivendicazione di appartenenza a quel “noi” urlato milioni di volte. M è proprio così: strafottente, incurante delle risate beffarde e dei tentativi di corrosione della sua dignità, incurante della sordida
“sordità” di quell’estrema, squallida ignoranza che, proprio per questo, non riesce ad ascoltare… nemmeno quel canto!

Meglio così, altrimenti non saremmo “solo noi”… Soli noi!

Rock Man, Ritratto di Alfredo Tramutoli Altrart

Michele Caporale è l’autore del libro “D’io Vasconvolto”.
D’io vasconvolto è il libro con cui tenta un approccio del tutto originale alla produzione artistica di Vasco, per tracciare, attraverso l’esaltante e suggestivo racconto dei momenti epifanici di un viaggio-concerto, vera e propria metafora della vita, un percorso di carattere filosofico-esistenziale, attingendo al senso più profondo e vitale delle parole del cantante.
Questo libro non è una biografia, non è una raccolta di canzoni e non è il “diario” di un fan vasco-sconvolto.
Questo libro ha una sola chiave di lettura: la libertà. La libertà di essere se stessi, vivendo senza condizionamenti, senza costrizioni, senza idolatrie e, forse, perfino senza alibi.  Libertà di vivere la vita con la spontaneità dello “s-concerto”.
«Il concerto è approdo sicuro, radura aperta, cerchio luminoso, è l’idea della vita che accoglie e disperde, sorprende e ri-prende».

Articolo di Michele Caporale, autore del libro “D’io Vasconvolto”.