Ogni volta

"Ditemi VOI chi sono IO, cosa penso IO, cosa sento IO"...


L’incongruenza col proprio “esserci” è inquietante, ma legittima.
In tale imbarazzo dell’anima l’angoscia esplode senza cerebrali mediazioni; la sento tuonare dentro, cantata senza il filtro del pensiero, diretta e bruciante come in “Ogni volta”: frasi spezzate, tronche, chiare ed enigmatiche al contempo, a motivo dell’incomprensibilità intrinseca di certe sensazioni provate. Vi è quasi un enjambement continuo, metafora del ritmo incessante, il quale, anziché riprendere al verso seguente, ritorna e riprecipita nel profondo di M, che ne assapora ogni ardore, ogni respiro.
Parola, malintesi, sottintesi, sono espressioni dell’impasse che lo spirito, nell’esplicitare il “tutto convulso”, ha negli occhi, mentre l’implicito gli resta fedele nel precipitare verso l’ignoto…

E ogni volta che viene giorno, ogni volta che ritorno, ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino…
Ogni volta che mi guardo intorno…
Ogni volta che rimango con la testa fra le mani e rimando tutto a domani…

Ogni volta

"Ditemi VOI chi sono IO, cosa penso IO, cosa sento IO"...


L’incongruenza col proprio “esserci” è inquietante, ma legittima.
In tale imbarazzo dell’anima l’angoscia esplode senza cerebrali mediazioni; la sento tuonare dentro, cantata senza il filtro del pensiero, diretta e bruciante come in “Ogni volta”: frasi spezzate, tronche, chiare ed enigmatiche al contempo, a motivo dell’incomprensibilità intrinseca di certe sensazioni provate. Vi è quasi un enjambement continuo, metafora del ritmo incessante, il quale, anziché riprendere al verso seguente, ritorna e riprecipita nel profondo di M, che ne assapora ogni ardore, ogni respiro.
Parola, malintesi, sottintesi, sono espressioni dell’impasse che lo spirito, nell’esplicitare il “tutto convulso”, ha negli occhi, mentre l’implicito gli resta fedele nel precipitare verso l’ignoto…

E ogni volta che viene giorno, ogni volta che ritorno, ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino…
Ogni volta che mi guardo intorno…
Ogni volta che rimango con la testa fra le mani e rimando tutto a domani…

Rock Man, Ritratto di Alfredo Tramutoli Altrart

Michele Caporale è l’autore del libro “D’io Vasconvolto”.
D’io vasconvolto è il libro con cui tenta un approccio del tutto originale alla produzione artistica di Vasco, per tracciare, attraverso l’esaltante e suggestivo racconto dei momenti epifanici di un viaggio-concerto, vera e propria metafora della vita, un percorso di carattere filosofico-esistenziale, attingendo al senso più profondo e vitale delle parole del cantante.
Questo libro non è una biografia, non è una raccolta di canzoni e non è il “diario” di un fan vasco-sconvolto.
Questo libro ha una sola chiave di lettura: la libertà. La libertà di essere se stessi, vivendo senza condizionamenti, senza costrizioni, senza idolatrie e, forse, perfino senza alibi.  Libertà di vivere la vita con la spontaneità dello “s-concerto”.
«Il concerto è approdo sicuro, radura aperta, cerchio luminoso, è l’idea della vita che accoglie e disperde, sorprende e ri-prende».

Articolo di Michele Caporale, autore del libro “D’io Vasconvolto”.