Giova-mi: occhi on the rocks

Ho letto nei miei occhi, sono riuscito a vederli… anche senza specchio!!! Ho provato rabbia e impotenza… ho desiderato chiudere ciò che ho visto e aprire ciò che vedrò, ho ascoltato mille parole e so che milleuno non potrò ascoltarle! Cullato da “nothing else matters” mi sono accorto che non c’è distacco… a volte, né dis-tacco o di-stacco. Allora ho pensato ai “tempi morti”, ai “luoghi comuni” e alle frasi stupide, stupida-mente dette, senza sapere quello che i tuoi occhi custodiscono, proprio mentre ascolti l’ennesima eco partire dal palcoscenico del vuoto… è allora che i miei occhi si sono incrociati con i tuoi, allora ho capito che le mie lacrime, di in-spiegabile sofferenza o ineffabile gioia, sono soltanto mie… nostre!!
Ho capito allora che vorrei mille poltrone insonni e tutte le mie manie, tutte le mie paure, tutto… tutto!!!
Perché con le parole si può giocare come si vuole, si possono inventare, ri-modellare, fare il cazzo che si crede… l’ho provato, ri-provato, visto, già visto, ri-visto, sentito, vomitato, ascoltato nei modi più svariati, più volutamente inconsueti e straordinaria-mente consuetissimi. Forse l’unica circostanza in cui la parola non riesce a trovare posto è… proprio quando il posto non c’è!! Ed è allora che non hai parole per dire agli stupidi che sono stupidi, ai medi che li lusinghi perché non li chiami mediocri, a te stesso che non sei nessuno, anche se ti vedi allo specchio… è allora che la parola muore prima di nascere, quando l’accaduto diventa puttana della parola… quando i tuoi battiti sono “battuti” dalla parola… la parola che non esiste!!!

Giova - mi

Giova-mi: occhi on the rocks

Ho letto nei miei occhi, sono riuscito a vederli… anche senza specchio!!! Ho provato rabbia e impotenza… ho desiderato chiudere ciò che ho visto e aprire ciò che vedrò, ho ascoltato mille parole e so che milleuno non potrò ascoltarle! Cullato da “nothing else matters” mi sono accorto che non c’è distacco… a volte, né dis-tacco o di-stacco. Allora ho pensato ai “tempi morti”, ai “luoghi comuni” e alle frasi stupide, stupida-mente dette, senza sapere quello che i tuoi occhi custodiscono, proprio mentre ascolti l’ennesima eco partire dal palcoscenico del vuoto… è allora che i miei occhi si sono incrociati con i tuoi, allora ho capito che le mie lacrime, di in-spiegabile sofferenza o ineffabile gioia, sono soltanto mie… nostre!!
Ho capito allora che vorrei mille poltrone insonni e tutte le mie manie, tutte le mie paure, tutto… tutto!!!
Perché con le parole si può giocare come si vuole, si possono inventare, ri-modellare, fare il cazzo che si crede… l’ho provato, ri-provato, visto, già visto, ri-visto, sentito, vomitato, ascoltato nei modi più svariati, più volutamente inconsueti e straordinaria-mente consuetissimi. Forse l’unica circostanza in cui la parola non riesce a trovare posto è… proprio quando il posto non c’è!! Ed è allora che non hai parole per dire agli stupidi che sono stupidi, ai medi che li lusinghi perché non li chiami mediocri, a te stesso che non sei nessuno, anche se ti vedi allo specchio… è allora che la parola muore prima di nascere, quando l’accaduto diventa puttana della parola… quando i tuoi battiti sono “battuti” dalla parola… la parola che non esiste!!!

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