Lo show... del tuo sentirti vivo

"... E centomila mani cominciarono ad alzarsi verso... il cielo!"


“Per me che conta soltanto la mia di solitudine…”

Ogni volta è un pugno nello stomaco che ha la piacevolezza di una carezza, ogni inizio è l’inizio!
La partenza per un viaggio non si ripete in nessun altro modo, se non con un altro viaggio!
Fuori è tutto il mondo… QUI, ora, è tutto ciò che vorresti sempre, che non vorresti diverso mai, che quasi sembrare amici dei perfetti sconosciuti. Se fossi solo… sarebbe lo stesso, perché QUI, paradossalmente, esser solo non pesa, non fa morire dentro, tutt’altro.
È lo “show” del tuo sentirti vivo, tripudio d’indicibili, infiniti stati d’animo, festa nella quale migliaia di solitudini si abbracciano senza volerlo e godono, nullificando ogni nulla, mordendo al cuore la noia e i suoi emissari.
Non so.
Cammino come ad un palmo dalla terra, quasi portato da una forza magnetica che mi spinge con violenza dolce e inesauribile; accendo distrattamente una sigaretta e sembra che non mi appartenga, così come le dita che la trattengono e le labbra che ne aspirano voracemente il fumo acre e intenso . Nell’incontrollato andirivieni dei miei pensieri, uno rimane fisso e incontrastato:
il concerto è approdo sicuro, radura aperta, cerchio luminoso, è l’idea della vita che accoglie e disperde, sorprende e ri-prende.
Dimentico quasi chi sono e dipingo la tela dei miei “perché” con colori contrastanti, mescolando il dolce profumo di leggere notti con l’acre, pungente odore di interminabili frammenti di agonia.

“Quello che so… io non lo so.
Quello che so è che tu sentirai tutta la rabbia che ho!”

Lo show... del tuo sentirti vivo

"... E centomila mani cominciarono ad alzarsi verso... il cielo!"


“Per me che conta soltanto la mia di solitudine…”

Ogni volta è un pugno nello stomaco che ha la piacevolezza di una carezza, ogni inizio è l’inizio!
La partenza per un viaggio non si ripete in nessun altro modo, se non con un altro viaggio!
Fuori è tutto il mondo… QUI, ora, è tutto ciò che vorresti sempre, che non vorresti diverso mai, che quasi sembrare amici dei perfetti sconosciuti. Se fossi solo… sarebbe lo stesso, perché QUI, paradossalmente, esser solo non pesa, non fa morire dentro, tutt’altro.
È lo “show” del tuo sentirti vivo, tripudio d’indicibili, infiniti stati d’animo, festa nella quale migliaia di solitudini si abbracciano senza volerlo e godono, nullificando ogni nulla, mordendo al cuore la noia e i suoi emissari.
Non so.
Cammino come ad un palmo dalla terra, quasi portato da una forza magnetica che mi spinge con violenza dolce e inesauribile; accendo distrattamente una sigaretta e sembra che non mi appartenga, così come le dita che la trattengono e le labbra che ne aspirano voracemente il fumo acre e intenso . Nell’incontrollato andirivieni dei miei pensieri, uno rimane fisso e incontrastato:
il concerto è approdo sicuro, radura aperta, cerchio luminoso, è l’idea della vita che accoglie e disperde, sorprende e ri-prende.
Dimentico quasi chi sono e dipingo la tela dei miei “perché” con colori contrastanti, mescolando il dolce profumo di leggere notti con l’acre, pungente odore di interminabili frammenti di agonia.

“Quello che so… io non lo so.
Quello che so è che tu sentirai tutta la rabbia che ho!”

Rock Man, Ritratto di Alfredo Tramutoli Altrart

Michele Caporale è l’autore del libro “D’io Vasconvolto”.
D’io vasconvolto è il libro con cui tenta un approccio del tutto originale alla produzione artistica di Vasco, per tracciare, attraverso l’esaltante e suggestivo racconto dei momenti epifanici di un viaggio-concerto, vera e propria metafora della vita, un percorso di carattere filosofico-esistenziale, attingendo al senso più profondo e vitale delle parole del cantante.
Questo libro non è una biografia, non è una raccolta di canzoni e non è il “diario” di un fan vasco-sconvolto.
Questo libro ha una sola chiave di lettura: la libertà. La libertà di essere se stessi, vivendo senza condizionamenti, senza costrizioni, senza idolatrie e, forse, perfino senza alibi.  Libertà di vivere la vita con la spontaneità dello “s-concerto”.
«Il concerto è approdo sicuro, radura aperta, cerchio luminoso, è l’idea della vita che accoglie e disperde, sorprende e ri-prende».

Articolo di Michele Caporale, autore del libro “D’io Vasconvolto”.